La capacità di scegliere

Cosa deve necessariamente avere un buon fotografo? …un cestino molto capiente!
Così risponde solitamente il mio amico fotografo Augusto Cantamessa a chi gli rivolge questa domanda, in effetti sono molte le fotografie che da qualsiasi fotografo vengono cestinate, sopratutto all’inizio della propria passione.
Fare una selezione è fondamentale, dopotutto chissà quante melodie avrà “cestinato” Roger Waters dei Pink Floyd prima di realizzare “The wall”, oppure quanti schizzi avrà realizzato per la Cappella Sistina Michelangelo. Solo grazie ad una buona e severa selezione è possibile avvicinarsi all’idea che abbiamo in mente.
E’ importante a tal proposito non affezionarsi troppo alle proprie immagini ed abituarsi ad osservarle a distanza di tempo per essere più distaccati ed obiettivi, questa attesa strategica è conosciuta bene da chi ha fotografato in pellicola per anni.
Saper scegliere è una capacità fondamentale per un fotografo e si affina con anni di pratica; si sceglie quale obiettivo utilizzare per valorizzare al meglio il soggetto, si sceglie come esporre la scena, cosa includere o cosa escludere dell’inquadratura, si scelgono in fase di editing le fotografie più significative di un evento o di un viaggio escludendo le altre, dando così un racconto o un taglio stilistico ad un reportage.
L’importanza di ciò che non c’è
Luigi ghirri affermò “La cancellazione dello spazio che circonda la parte inquadrata è per me importante quanto il rappresentato, ed è grazie a questa cancellazione che l’immagine assume senso diventando misurabile”. Seguendo questo concetto possiamo considerare come la composizione della fotografia sia un processo di sottrazione.
Ciò che resta è forte proprio perché abbiamo tolto il resto, esattamente come fa lo scultore che toglie il superfluo per far emergere l’essenziale, una metafora efficace che presa in prestito dal fotografo Franco Fontana.
Alessandro